martedì 8 settembre 2009

Giovedì 10 settembre ore 10.00 presidio

Giovedì 10 settembre ore 10.00 presidio di tutti i precari della provincia di Perugia presso l'ITAS Giordano Bruno di Perugia. Non mancate!!!! E' importante farci sentire!!! Inviatate quante più persone possibili.

AI DOCENTI PRECARI ED ATA DELL´UMBRIA

AI DOCENTI PRECARI ED ATA DELL´UMBRIA

Come volevasi dimostrare la Gelmini, Tremonti e Berlusconi stanno attuando la prima trance di quanto previsto dall'art. 64 della legge 133 nella scuola e la mannaia dei tagli si fa sentire.

I precari della scuola, al posto di San Precario dovrebbero adottare San Tommaso (non ci credo finchè non ci metto il naso) come protettore, visto che l'anno scorso, purtroppo, non si sono mobilitati quanto dovuto.

In questi giorni però, in migliaia in tutta Italia, tra supplenti annuali e fino al termine dell'attività didattica sono rimasti a bocca asciutta alle nomine.

Di più al Sud che al Nord, perchè al Nord i tagli sono stati attutiti dall'aumento della popolazione scolastica e dai pensionamenti. E difatti dal Sud, da Salerno, Benevento, Napoli, Palermo è partita la rivolta: maestre rimaste disoccupate, dopo 10/15 anni di insegnamento, sui tetti dell'ufficio scolastico, come gli operai della INNSE di Milano a ferragosto, a Benevento, scioperi della fame a Palermo. Ma anche a Milano i precari si sono incatenati davanti all'Uff. Scol. Prov., a dimostrare che non si vuole la "guerra tra poveri" che la Lega vorrebbe tra precari del Sud e del Nord.

Oltre alla solidarietà ai nostri colleghi del Sud, che stanno protestando con forme anche estreme, dobbiamo anche nell´Umbria riprendere l'iniziativa. Anche qui sono molti i precari rimasti a casa dopo le nomine.

A Perugia, in occasione delle nomine, i precari rimasti disoccupati hanno distribuito i volantini per invitare tutti all´Assemblea del Coordinamento Provinciale "Viva la Scuola Pubblica" che si terrà lunedì 7 settembre alle ore 15.00 presso la sede di Micropolis - Segno Critico, Via Raffaello, 9A Perugia (per chi non ci fosse già stato è una traversa di via Bontempi) e all´Assemblea del Coordinamento Provinciale Precari, che si terrà giovedì 17 settembre alle ore 15.30 presso la CGIL Umbria, Via del Belocchio, 26 Perugia.

Tutti sono invitati ad informare i colleghi di queste due assemblea diffondendo i volantini che le indicono, anche con brevi SMS (spesso l´e-mail e i volantini si leggono in ritardo).

Come saprete domani, giovedì, si incontrano al MIUR Governo e Sindacati firmatari di Contratto per concordare una sorta di "cassa integrazione" per i precari rimasti a casa. Si tratta di un imbroglio, e per pochi - solo i supplenti annuali e fino al termine dell'a.s. e pare niente per gli ATA - una mancia e forse il punteggio, in cambio della disponibilità a coprire le supplenze brevi di tutta la provincia (altro che il caporalato, qui si parla di supplente squillo in attesa al telefonino) che serviranno durante l'anno (la guerra tra poveri con i precari delle graduatorie di istituto i quali normalmente fanno le supplenze in venti scuole a scelta).

Dobbiamo rifiutare questo imbroglio, rilanciando la lotta contro i tagli alla scuola. Già per domani è previsto un sit-in davanti al ministero a Roma per andare a dire a Gelmini/Tremonti, ma anche ai sindacati concertativi, che questo palliativo non si può accettare.

Le proposte che alcuni colleghi si sentono di fare, e che faranno intanto alle due assemblee di Perugia, sono queste:

- Lunedì 14 settembre per il primo giorno di scuola, proponiamo a tutti i precari dell´Umbria rimasti senza lavoro, e a tutti i colleghi non in servizio o dopo il servizio (l'orario potrebbe essere le 11.00) un sit-in sotto la Direzione Scolastica Regionale in Via Palermo, 4 - Perugia.

- Un percorso di iniziative che si articoli dal 14 settembre in poi che veda i precari rimasti sulla strada a manifestare ogni giorno davanti ad una scuola diversa della provincia: potrebbe essere un picchetto di una decina di minuti, che tenga fuori dalla scuola studenti e colleghi, con volantinaggi e megafonaggi che illustrino gli effetti dei tagli. Un civile picchetto che inviti appunto gli studenti ad attendere fuori una decina di minuti in solidarietà con i docenti e ATA licenziati.

- Iniziative di protesta eclatanti e creative: dai tetti degli U.S.P. a quelli delle scuole, in cima a gru o monumenti dei centri storici, davanti ai Santi di Perugia.

Naturalmente inviteremo tutti, i genitori dei comitati che tanto hanno lottato l'anno scorso a difesa del tempo pieno e contro i tagli, gli studenti, etc.

Mentre i colleghi precari che invece hanno ottenuto il contratto annuale, e che per loro si profilano ancora anni ed anni di precariato, se non il rimanere a casa il prossimo anno con la seconda puntata dei tagli, all'interno delle scuole, nei collegi docenti, con i colleghi di ruolo e gli studenti potranno continuare le iniziative per denunciare le classi superaffollate con oltre 30 studenti, invitare il personale in servizio a non accettare cattedre extra large di oltre 18 ore, pagate a straordinario, che tolgono oggi il lavoro ai precari, ma domani anche al personale di ruolo che in questo modo diventa soprannumerario.

All'interno delle scuole, i colleghi che lavorano, potranno continuare a praticare la non collaborazione con l'amministrazione, non accettando tutto ciò che non c'entri con la didattica e con quanto previsto dal Contratto, non effettuando supplenze a straordinario, corsi di recupero, tra l'altro inutili quando ci mettono pure 33 allievi in classe e con altre forme di protesta creativa.

Che dire ad esempio di andare nelle classi affollate tutti con la mascherina anticontagio? (parlano di possibile pandemia da febbre suina, di chiudere le scuole in attesa del vaccino e ci mettono in classe un numero di alunni non a norma con quanto previsto dalla normativa sugli indici minimi di funzionalità didattica ed igienici (mq. 1,96 per alunno alle superiori e mq. 1,80 negli altri ordini); per non parlare delle norme anticendio che parlano di max 25 alunni + 1 docente per aula.

Il problema è che i precari, ma anche tutti gli altri, devono cominciare a partecipare senza delegare a nessuno l'iniziativa e la protesta.

Perugia, lì 2 settembre 2009

Cobas - Comitati di Base della Scuola Perugia

sabato 13 giugno 2009

"Referendum.....si...no... boo.... Cerchiamo prima di capire"domenica 14 giugno alle ore 21.30

l
Cantiere" vi invita ad una discussione:
"Referendum.....si...no...
boo....
Cerchiamo prima di capire"
domenica 14 giugno alle ore 21.30

In vista
dei 3
quesiti referendari del 20 e 21 giugno sulla abrogazione di parti
dell'attuale
legge elettorale ( Porcellum ), invitiamo tutti ad una
discussione per cercare
di capire di cosa si tratta.
La serata non ha nessun
interesse a influenzare la
scelta di votare si/no/astensione, ma vuole solo
essere una possibilità di
chiarimento su uno strumento tanto importante,
quanto maltrattato, come il
referendum.

Ci organizzeremo così:
Breve
"spolverata" generale sui sistemi
elettorali nelle loro varie forme
(maggioritario, proporzionale, misto)

Spiegazione generale dell'attuale legge
elettorale proporzionale "creata" dal
ex-ministro Calderoli, la nota "PORCATA"
(definita così da Calderoli stesso)

Cercheremo di capire infine cosa i tre
quesiti referendari intendano abrogare e
i sviluppi di tale abrogazione

Alla
fine libero spazio alla discussione con un
buon bicchiere di vino

L'intera
presentazione non supererà i 60 minuti, quindi
non abbiate paura.
Per una
volta che abbiamo voce in capitolo cerchiamo almeno
di capirci qualcosa!


LIBERTA' E' PARTECIPAZIONE

"La sovranità appartiene al
popolo, che la
esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione"
(art 1.2
Costituzione
Italiana)


Cantiere Sociale Autonomo
viale Parini, Trestina

martedì 9 giugno 2009

'HackMeeting

Milano chiama, l'HackMeeting risponde. Undici anni fa le comunità digitali di tutta Italia e di
tutta Europa si incontravano al centro sociale CPA Firenze Sud. Dieci anni fa l'esperienza si
ripeteva a Milano.

Da allora non c'è stato un anno in cui hacker, smanettoni, hacari, curiosi, militanti, attivisti
e chi più ne ha più ne metta non si siano incontrati per parlare di quanto succedeva intorno a
loro e per dimostrare con i fatti che qualsiasi dispositivo (dal computer, ai media) può
essere manipolato per trasformarlo in qualcosa di diverso, migliore, e soprattutto libero da
logiche gerarchiche e di potere.

Ora Hackmeeting torna a Milano.

Gli hackers questa volta dovranno vedersela con una città irriconoscibile, sorda alle grida di chi
ci vive e muta di fronte ai problemi di chi la vorrebbe un po' più umana. Una città nella quale
l'unica economia possibile è quella della speculazione edilizia, delle offerte speciali, della
paura e del controllo. Mass media e riviste patinate continuano a cercare di condire una immagine
scintillante, sotto alla quale però si nascondono i soliti faccendieri in cerca di soldi facili,
gli sceriffi che usano il manganello quando va bene e il coltello quando va male, i presbiti
arroganti, ai quali i cittadini appaiono come giganteschi portafogli da mungere.

Milano è stata negli ultimi venti anni la roccaforte
della destra del Paese, il luogo in cui mostrare a tutti il mondo
che qualcuno vorrebbe per noi. Una repubblica
virtuale fondata sulla paura, controllata a vista, spiata e pattugliata senza sosta, dove
le persone vengono anestetizzate con la sorveglianza fai da te a domicilio, dalla finzione dei
reality e dei telegiornali, tra i quali è difficile scorgere una qualsiasi differenza.
Milano, perla di una Italia da cui sempre più persone scappano per evitare l'isolamento, la totale mancanza di
prospettiva, sul lavoro, a casa, negli affetti, nei momenti di socialità. Precarietà,
emergenze sicurezza, sgomberi di centri sociali e di operai, ronde, razzismo, violenza
autoritaria.

A chi chiede chi sia un hacker risponderemo con la stessa risposta di sempre: un hacker e' sempre
di più chiunque voglia prendere in mano la propria vita e trasformarla battendosi perché diventi
qualcosa di migliore. Con la tecnologia, con la politica, con la cultura, con un'idea di libertà concreta e antitetica a quella dei soldi con cui si ammanta chi ci comanda (perché nessuno si illude più che ci governi).
Hacker è chiunque voglia uscire da logiche di sottomissione e omologazione imposte da
una economia che finalmente ha mostrato la sua fallibilità.

A chi chiede cosa sappiano gli hacker, risponderemo rivelando i meccanismi che a più livelli, e
inutilmente, creano insicurezza e paura.

A chi chiede cosa fanno gli hacker illustreremo macchine, software, ma anche pratiche p2p, che
vanno dal filesharing alla produzione aperta e distribuita, alla capacita' di mettersi in gioco,
cosruire e immaginare economie dell'abbondanza.

A chi chiede cosa vogliano gli hacker, mostreremo Il Babau, l'immagine che ha risposto allo
sgombero di Conchetta e dell'Archivio Primo Moroni, e alla
filosofia della disattivazione dei centri sociali, cara a De Corato.

Il Babau è un cortocircuito delle logiche securitarie, un antidoto alle menzogne del sistema mediatico, un viatico per trasformare la voglia di controllo e di repressione in strumenti ancora più liberi e irridenti.
Due occhi gialli e a forma di triangolo sono la risposta di chi pretende più cultura e meno paura e di chi considera la tecnologia come uno strumento di liberazione e di creatività.
Una smorfia accoglie il Decreto Legge sicurezza e i tentativi di trasformare la libera
condivisione dei saperi e la libera circolazione delle persone in un inferno di condanne penali e
di ritorsioni.
E una bocca rossa con mille denti è l'hacking della realtà che ci circonda si manifesta nelle
nostre pratiche e nel nostro desiderio di una città diversa e ancora possibile.

Il Babau è una maschera e un'armatura, per la nostra battaglia contro la paura. Sono le nostre pratiche e il desiderio di una città e un mondo che non ci faccia morire ogni giorno.
Il Babau è l'hacking della realtà che ci circonda.

Hackers di tutto il mondo, è il momento di manifestarvi insieme al Babau in quel di Milano.
Nei giorni di Hackmeeting trasformeremo la chiusura in condivisione,
i palazzi in video-schermi, la paura in libertà, il vertice in orizzontale,
il centralizzato in distribuito, l'hardware in vestiti, il codice in godimento,
la musica in corto-circuito, faremo vivere access points, pomperemo biciclette,
incontreremo gente da tutto il mondo.
Ma soprattutto: ci scambieremo codice e umori.
E' il momento di HackMeeting 2009. Controculture digitali, economie senza capitali, espressione contro
repressione

Hackmeeting - 19-20-21 giugno 2009 -- Milano

sos fornace, via San Martino 20-Rho

Warm up -- dal 9 al 18 giugno 2009 -- Milano, poli universitari



Smanettoni, nerd, tecnofili, cyber activist, inventori, geek, creatori,
manipolatori e soprattutto hacker! Tenetevi pronti!

Quest'anno Hackmeeting, l'incontro annuale degli hacker italiani si
tiene a Milano. E per l'occasione, si apre, si allarga, cambia
dimensione, si spinge, come ci si aspetta dai pirati, ad estendere i
propri confini oltre agli orizzonti previsti.

Giunto alla dodicesima edizione (ogni anno in una città diversa, da
Palermo a Torino), Hackmeeting si sdoppia e si moltiplica in un Warm up
e in un meeting vero e proprio, per affascinare anche chi, fino a quel
momento, credeva di essere lontano mille miglia, eppure ha scaricato
qualche canzone, dato un'occhiata all'ultimo film, cercato di collegarsi
alla rete wireless del vicino, ma anche ripristinato da solo il sistema
operativo che continuava a collassare.

Durante il Warm up (9-18 giugno) entra nelle università per far
innamorare ricercatori, filosofi e poeti, perché la cultura hacker non
ha saputo limitarsi alla scheda, al chip, al cavo coassiale, ma si è
spinta a pretendere di superare i limiti, quelli imposti dal mercato,
dal controllo, dalla sicurezza, dal tentativo di rendere tutto uniforme,
dalle costrizioni che uccidono l'evoluzione del pensiero.

Torna poi nel meeting vero e proprio (19-21 giugno) alla Fornace
occupata di Rho, per coltivare le proprie radici, le uniche che possano
generare nuovi tentacoli


In pratica

* Warm up: in tutti i poli universitari milanesi (Brera, Fisica, Bovisa,
Bicocca, Scienze politiche, più un evento in Cascina Torchiera), dal 9
al 18 giugno, conferenze aperte a tutti, organizzate con docenti,
esperti, attivisti sui temi cari all'etica e alla cultura hacker: storia
dell'hacking e della net art, open source, paura, sicurezza e controllo,
open design e animazione, peer to peer economy. ecohacking, performance
artistiche.


* Hackmeeting vero e proprio, presso l'Sos Fornace di Rho, via San
Martino 20 (sosfornace.org) dal 19 al 21 giugno: tre giorni di workshop,
lan space, sharing di idee, file e hardware, seminari, incontri,
laboratori, su software libero, codice, libertà della rete, peer to peer.


Per il programma dettagliato vedi sotto, oppure: http://hackmeeting.org


---------Contatto stampa: Teresa Bernini- --giornalisti@anche.no---320
8178535

---------sono disponibili testi, storie, articoli, foto, loghi



WARM UP-dal 9 al 18 giugno 2009


Hack tales
9 giugno- Accademia di belle arti di Brera-aula Napoleonica (aula magna)

Via Brera, 28-Milano-dalle 14 alle 17
Storia dell'hacking e del networking (con collegamenti all'hacktivism e
artivism) come pratica artistica e hacker, con Antonio Caronia, Tatiana
Bazzichelli, Putro.

11 giugno-Politecnico di Milano-piazza Leonardo-Milano dalle 17
Open source, free software: una introduzione (it is not like free beer
but like free speech)



Paura anche no
12 giugno- facoltà di sociologia, Polo universitario Bicocca-edificio
U7, in via Bicocca degli Arcimboldi 8-Milano-dalle 16 alle 19.30

Il babau, il gioco della paura e i meccanismi di sicurezza, con
Massimiliano Guareschi-agenzia X, Marcello Maneri, docente di
sociologia, che parlerà di percezione della sicurezza, politiche della
paura, Marco Capovilla, che mostrerà le carte in gioco: linguaggio dei
media fotografico e non solo, presentazione della campagna paura anche.no.

Al termine aperitivo da paura.



Open design

15-16-17 giugno-Politecnico di Milano-facoltà del design, Polo
universitario Bovisa- - Via Durando 38/A-Milano-dalle 10 in poi, per
tutto il giorno

15-16 giugno-Open Hardware- workshop, riflessioni, testi, esperimenti
tra l'orizzonte dell'opensource e la pratica del design con Massimo
Banzi e la piattaforma Arduino (http://www.arduino.cc/it/).

17 giugno-Open modelling, 3d & Blender, modellazione, rendering,
animazione con la community di kino3D, Gianluca Faletti, Mario
Ambrogetti, Davide Vercelli



Ecohacking

17 giugno-Cascina Torchiera senz'acqua-piazzale cimitero maggiore
18-Milano-dalle 17 fino a tarda notte
Pratiche wired di ecologia: come costruire un pannello solare, riciclo e
riuso, ciclofficine riunite, la pratica degli orti urbani con le diverse
realtà milanesi, la paura della notte e la natura in città.



Dopo la crisi, Open Economy?
18 giugno-facoltà si Scienze Politiche, via Conservatorio 7-Milano-dalle
14 alle 19
Open non vuol più dire solo Open Source Software (anche se rimane una
dimensione importante), ma anche Open Hardware, Open Agriculture, Open
Ecology, Open design e perche no, Open Money. Un incontro presentato da
Adam Ardvisson, docente di sociologia della globalizzazione, con la
partecipazione di Magnus Erikson, Pirat Bureau, Davide Biolghini dei
DES-distretti di economia solidale, Gaetano La Legname, Fausto
Tomaselli di Arcipelago SCEC, la moneta alternativa,
Stefano Zacchiroli del sistema operativo Debian (_http://www.debian.org/_).
Al termne, aperitivo open bio

Hackmeeting-presso Sos Fornace di Rho, via San Martino 20-Rho (Milano)

Tre giorni senza sosta di lan space, file sharing, dibattiti e workshop,
non facilmente riassumibili, perché in costante evoluzione.
Quest'anno, oltre ai tradizionali incontri su linux, e altri programmi
base, verranno dedicati workshop all''nterazione uomo macchina, sesso,
genere e web, sorveglianza e autodifesa, informazione, paura, sicurezza,
controllo, trasformazione e nuove frontiere del lavoro IT, Open business
ed economie etiche, strumenti di archiviazione, streaming,
interpretazioni e modifiche dei kernel. Uno spazio verrà interamente
dedicato a Open movies: video scelti tra i titoli che riguardano i temi
più vicini alla cultura hacker, alcuni seminari saranno rivolti ai teen
ager , e ci sarà ovviamente anche un angolo per i piccolissimi, per
permettere a mamme e papà di non doversi sentire solo giovani.

I seminari si alterneranno con teatrini elettrici, hack challenge,
giochi, proiezioni di immagini e tutto quello che contribuisce alla net art.

lunedì 25 maggio 2009

CINEFORUM

CINEFORUM PDF Stampa E-mail
Scritto da DAK
Lunedì 25 Maggio 2009 15:45

Domani martedì 26 vedremo, "COME UN UOMO SULLA TERRA" film documentario di andrea segre che mostra come dietro la parola tanto abusata in questo momento cioè, "RESPINGIMENTO" si nasconda una politica insensibile e lontana dai bisogni reali di uomini e donne in difficoltà

Dal 2003 Italia ed Europa chiedono alla Libia di fermare i migranti africani. Ma cosa fa realmente la polizia libica? Cosa subiscono migliaia di uomini e donne africane? E perchè tutti fingono di non saperlo? Un documentario che con rara efficacia porge il microfono ai migranti africani testimoni delle brutali modalità con cui la Libia controlla i flussi migratori, su richiesta di Italia ed Europa.

giovedì 14 maggio 2009

IL CANTIERE PRESENTA:"APERITIVO ACUSTICO"


venerdì 15 maggio 2009 alle ore 19.30

TRESTINA (CITTA' DI CASTELLO)



APERITIVO ACUSTICO CON MUSICA DAL VIVO......
SARANNO DISPONIBILI GLI STRUMENTI PER CHI VOLESSE ESPRIMERE LA SUA CREATIVITA' MUSICALE!!!!!!!

mercoledì 13 maggio 2009

CONTRO LA CRISI E CONTRO IL RAZZISMO È ORA DI SCEGLIERE DA CHE PARTE STARE!

CONTRO LA CRISI E CONTRO IL RAZZISMO È ORA DI SCEGLIERE DA CHE PARTE STARE!

La crisi colpisce duro, la crisi colpisce tutti: donne e uomini, italiani e migranti. Eppure, per rispondere alla crisi, il governo produce e sancisce differenze. È razzismo istituzionale: la legge Bossi-Fini e il “pacchetto sicurezza” inseguono il sogno di una forza lavoro usa e getta, vogliono ridurre i migranti e le migranti alla perenne espellibilità. Tutti i lavoratori e le lavoratrici in cassa integrazione, sospesi dal lavoro e licenziati vedono ogni progetto di vita frantumarsi di fronte ai loro occhi. Tra i lavoratori, i precari con contratti a termine e senza garanzie sono messi alla porta per primi. Tra i lavoratori, i migranti vivono una doppia precarietà, sanno che il permesso di soggiorno non sarà rinnovato, la clandestinità è una minaccia più vicina, l’espulsione una possibilità sempre presente. Per questo è ora di scegliere DA CHE PARTE STARE.

Il razzismo istituzionale colpisce duro: il Governo Berlusconi, con la Lega Nord in prima fila e buona parte dei media, hanno dato il via ad una campagna di odio che si indirizza prevalentemente contro i “clandestini” ma criminalizza tutti i migranti giustificando il loro sfruttamento. La proposta di un “contributo” per il rinnovo dei permessi – che si aggiunge al furto dei contributi previdenziali e pensionistici che non possono essere ritirati – mostra che il salario dei migranti è considerato risorsa sempre disponibile. Si tratta di denaro che, con quello di tutti i lavoratori, pagherà nuovi Centri di identificazione ed espulsione. E mentre il razzismo istituzionale si legittima sul corpo delle donne facendo strada a ronde e linciaggi popolari, la violenza continua nelle case, i tagli alla scuola e al welfare pretendono di rinchiudere tutte le donne tra le mura domestiche, riservando alle migranti solo un posto da “badanti”. Per questo è ora di scegliere DA CHE PARTE STARE.

La crisi mostra spietatamente che lo sfruttamento non conosce differenze: tutti hanno mutui e affitti da pagare, l’incubo del giorno dopo. Il razzismo istituzionale impedisce però ai migranti di sperare persino nelle già povere “misure anticrisi”. Ammortizzatori sociali, piani edilizi, bonus bebè non li riguardano: devono solo pagare, e farlo in silenzio. L’abolizione del divieto di denunciare i migranti irregolari che si rivolgono alle strutture sanitarie è l’espressione più meschina di una strategia che vuole produrre una clandestinità politica oltre che legale. Impedire di certificare la nascita dei figli e delle figlie dei migranti senza documenti pone un’ipoteca sulle prossime generazioni. Per questo è ora di scegliere DA CHE PARTE STARE.

Contro i colpi duri della crisi e del razzismo istituzionale, la risposta deve essere altrettanto forte. È ora di scegliere DA CHE PARTE STARE, e tutti e tutte siamo chiamati in causa. Le organizzazioni autonome dei migranti, che in questi anni hanno tenuto alta la lotta contro la legge Bossi-Fini, le associazioni e i movimenti antirazzisti, i sindacati, tutti siamo tenuti a schierarci contro questa politica del razzismo. Fino a quando i migranti saranno esposti al ricatto, tutti saranno più ricattabili. È tempo di ritessere il filo della solidarietà, di avviare in ogni territorio una nuova grande azione concreta di lotta capace di opporsi a un attacco alle condizioni di vita che colpisce prima di tutto i migranti, ma non solo i migranti.

È ORA DI STARE DALLA PARTE DEI MIGRANTI E DELLE MIGRANTI. Per questo, facciamo appello a tutti i lavoratori, le lavoratrici, gli studenti e le studentesse, le associazioni e i sindacati, affinché siano parte di questa lotta. Con questo appello inizia il percorso per una mobilitazione che arrivi a una grande manifestazione nazionale il 23 maggio a Milano, una città del nord dove più evidenti sono le caratteristiche dell’offensiva del razzismo istituzionale e più marcati gli effetti della crisi. Affinché gli effetti della legge Bossi-Fini non amplifichino quelli della crisi, NOI CHIEDIAMO:

- che i permessi di soggiorno siano congelati in caso di licenziamento, cassa integrazione, mobilità, sospensione dal lavoro;

- che i migranti, così come tutti quei lavoratori che non usufruiscono di ammortizzatori, partecipino alla pari di ogni altro lavoratore a ogni misura di sostegno e vedano salvaguardati i contributi che hanno versato;

- che i migranti e tutti i lavoratori possano rinegoziare i loro mutui in caso di perdita del lavoro; il blocco degli sfratti per tutti i lavoratori e le lavoratrici nella stessa condizione, perché sappiamo che un migrante senza contratto di locazione è un lavoratore clandestino;

- il mantenimento del divieto di denuncia dei migranti senza documenti che si rivolgono alle strutture sanitarie e della possibilità di registrare la nascita dei loro figli;

- il ritiro della proposta di un permesso di soggiorno a punti e di qualunque tipo di “contributo” economico, sia esso di 80 o di 200 €, per le pratiche di rinnovo dei permessi.

- il blocco della costruzione di nuovi centri di identificazione ed espulsione, l’utilizzo dei fondi stanziati per iniziative a favore di tutti i lavoratori colpiti dalla crisi, la cancellazione di ogni norma che preveda l’allungamento dei tempi di detenzione, la chiusura dei CIE.

- la garanzia di accesso al diritto d’asilo e il blocco immediato dei respingimenti alla frontiera in attesa della promulgazione di una legge organica in materia.


CAMPAGNA NAZIONALE "DA CHE PARTE STARE"

lunedì 11 maggio 2009


PER DOMANI IN PROGRAMMA LA VISIONE DEL FILM """IL DIVO"""PERCORSO STORICO,


"VISTO L'ETà SI PUò DEFINIRE TALE" DELL'ON. ANDREOTTI E CON LUI PER PARADOSSO
DELL'ITALIA
INTERA. Un film di PAOLO SORRENTINO................

C'è un uomo
che soffre di terribili emicranie e arriva anche a contornarsi il volto con
l'agopuntura pur di lenire il dolore. È la prima immagine (grottesca) di Giulio
Andreotti ne Il divo.
Siamo negli Anni Ottanta e quest'uomo freddo e
distaccato, apparentemente privo di qualsiasi reazione emotiva, è a capo di una
potente corrente della Democrazia Cristiana ed è pronto per l'ennesima
presidenza del Consiglio. L'uccisione di Aldo Moro pesa però su di lui come un
macigno impossibile da rimuovere. Passerà attraverso morti misteriose
(Pecorelli, Calvi, Sindona, Ambrosoli) in cui lo si riterrà a vario titolo
coinvolto, supererà senza esserne scalfito Tangentopoli per finire sotto
processo per collusione con la mafia. Processo dal quale verrà assolto.
Paolo
Sorrentino torna a fare cinema direttamente politico in Italia (Il caimano
essendo un'abile commistione di politico e privato). Compie una scelta
difficile pur decidendo di colpire un obiettivo facile: Andreotti. L'uomo di
Stato che è stato definito di volta in volta, la Sfinge, il Gobbo, La Volpe, il
Papa nero, Belzebù e, giustappunto, il Divo Giulio si prestava sicuramente a
divenire simbolo di una riflessione sui mali del nostro Paese. La scelta era
comunque difficile perchè Sorrentino aveva alle sue spalle almeno tre nomi ai
quali ispirarsi e dai quali stilisticamente distinguersi in questa sua
riscoperta del cinema impegnato: Francesco Rosi, Elio Petri, Giuseppe Ferrara.
Il primo con il suo rigore nella denuncia, il secondo con una visionarietà
graffiante, il terzo con il suo cronachismo drammaturgicamente efficace.

Sorrentino riesce nell'operazione. Dichiara, consapevolmente o meno, i propri
debiti nei confronti degli autori citati nella fase iniziale del film che
innerva però sin da subito con una cifra di grottesco che diventa la sua
personale lettura del personaggio e di coloro che lo hanno circondato e
sostenuto. Proprio grazie a questa scelta stilistica può permettersi,
nell'ultima parte del film, di proporci le fasi processuali per l'accusa di
mafia grazie a una visione in cui surreale e reale finiscono con il coincidere.

L'Andreotti di Sorrentino è un uomo che ha consacrato tutto se stesso al
Potere. Un politico che ha saputo vincere anche quando perdeva. Un essere umano
profondamente solo che ha trovato nella moglie l'unica persona che ha creduto
di poterlo conoscere. La sequenza in cui i due siedono mano nella mano davanti
al televisore in cui Renato Zero canta "I migliori anni della nostra vita"
entra di diritto nella storia del cinema italiano. È la sintesi perfetta (ancor
più degli incubi ritornanti con le parole come pietre scritte a lui e su di lui
da Aldo Moro dalla prigione delle BR) di una vita consacrata sull'altare
sbagliato.
Una vita in cui, come afferma lo stesso Andreotti (interpretato da
un Servillo capace di cancellare qualsiasi remota ipotesi di imitazione per
dedicarsi invece a uno scavo dell'interiorità del personaggio), è
inimmaginabile per chiunque la quantità di Male che bisogna accettare per
ottenere il Bene. That's Life? Forse non necessariamente.