martedì 9 giugno 2009

'HackMeeting

Milano chiama, l'HackMeeting risponde. Undici anni fa le comunità digitali di tutta Italia e di
tutta Europa si incontravano al centro sociale CPA Firenze Sud. Dieci anni fa l'esperienza si
ripeteva a Milano.

Da allora non c'è stato un anno in cui hacker, smanettoni, hacari, curiosi, militanti, attivisti
e chi più ne ha più ne metta non si siano incontrati per parlare di quanto succedeva intorno a
loro e per dimostrare con i fatti che qualsiasi dispositivo (dal computer, ai media) può
essere manipolato per trasformarlo in qualcosa di diverso, migliore, e soprattutto libero da
logiche gerarchiche e di potere.

Ora Hackmeeting torna a Milano.

Gli hackers questa volta dovranno vedersela con una città irriconoscibile, sorda alle grida di chi
ci vive e muta di fronte ai problemi di chi la vorrebbe un po' più umana. Una città nella quale
l'unica economia possibile è quella della speculazione edilizia, delle offerte speciali, della
paura e del controllo. Mass media e riviste patinate continuano a cercare di condire una immagine
scintillante, sotto alla quale però si nascondono i soliti faccendieri in cerca di soldi facili,
gli sceriffi che usano il manganello quando va bene e il coltello quando va male, i presbiti
arroganti, ai quali i cittadini appaiono come giganteschi portafogli da mungere.

Milano è stata negli ultimi venti anni la roccaforte
della destra del Paese, il luogo in cui mostrare a tutti il mondo
che qualcuno vorrebbe per noi. Una repubblica
virtuale fondata sulla paura, controllata a vista, spiata e pattugliata senza sosta, dove
le persone vengono anestetizzate con la sorveglianza fai da te a domicilio, dalla finzione dei
reality e dei telegiornali, tra i quali è difficile scorgere una qualsiasi differenza.
Milano, perla di una Italia da cui sempre più persone scappano per evitare l'isolamento, la totale mancanza di
prospettiva, sul lavoro, a casa, negli affetti, nei momenti di socialità. Precarietà,
emergenze sicurezza, sgomberi di centri sociali e di operai, ronde, razzismo, violenza
autoritaria.

A chi chiede chi sia un hacker risponderemo con la stessa risposta di sempre: un hacker e' sempre
di più chiunque voglia prendere in mano la propria vita e trasformarla battendosi perché diventi
qualcosa di migliore. Con la tecnologia, con la politica, con la cultura, con un'idea di libertà concreta e antitetica a quella dei soldi con cui si ammanta chi ci comanda (perché nessuno si illude più che ci governi).
Hacker è chiunque voglia uscire da logiche di sottomissione e omologazione imposte da
una economia che finalmente ha mostrato la sua fallibilità.

A chi chiede cosa sappiano gli hacker, risponderemo rivelando i meccanismi che a più livelli, e
inutilmente, creano insicurezza e paura.

A chi chiede cosa fanno gli hacker illustreremo macchine, software, ma anche pratiche p2p, che
vanno dal filesharing alla produzione aperta e distribuita, alla capacita' di mettersi in gioco,
cosruire e immaginare economie dell'abbondanza.

A chi chiede cosa vogliano gli hacker, mostreremo Il Babau, l'immagine che ha risposto allo
sgombero di Conchetta e dell'Archivio Primo Moroni, e alla
filosofia della disattivazione dei centri sociali, cara a De Corato.

Il Babau è un cortocircuito delle logiche securitarie, un antidoto alle menzogne del sistema mediatico, un viatico per trasformare la voglia di controllo e di repressione in strumenti ancora più liberi e irridenti.
Due occhi gialli e a forma di triangolo sono la risposta di chi pretende più cultura e meno paura e di chi considera la tecnologia come uno strumento di liberazione e di creatività.
Una smorfia accoglie il Decreto Legge sicurezza e i tentativi di trasformare la libera
condivisione dei saperi e la libera circolazione delle persone in un inferno di condanne penali e
di ritorsioni.
E una bocca rossa con mille denti è l'hacking della realtà che ci circonda si manifesta nelle
nostre pratiche e nel nostro desiderio di una città diversa e ancora possibile.

Il Babau è una maschera e un'armatura, per la nostra battaglia contro la paura. Sono le nostre pratiche e il desiderio di una città e un mondo che non ci faccia morire ogni giorno.
Il Babau è l'hacking della realtà che ci circonda.

Hackers di tutto il mondo, è il momento di manifestarvi insieme al Babau in quel di Milano.
Nei giorni di Hackmeeting trasformeremo la chiusura in condivisione,
i palazzi in video-schermi, la paura in libertà, il vertice in orizzontale,
il centralizzato in distribuito, l'hardware in vestiti, il codice in godimento,
la musica in corto-circuito, faremo vivere access points, pomperemo biciclette,
incontreremo gente da tutto il mondo.
Ma soprattutto: ci scambieremo codice e umori.
E' il momento di HackMeeting 2009. Controculture digitali, economie senza capitali, espressione contro
repressione

Hackmeeting - 19-20-21 giugno 2009 -- Milano

sos fornace, via San Martino 20-Rho

Warm up -- dal 9 al 18 giugno 2009 -- Milano, poli universitari



Smanettoni, nerd, tecnofili, cyber activist, inventori, geek, creatori,
manipolatori e soprattutto hacker! Tenetevi pronti!

Quest'anno Hackmeeting, l'incontro annuale degli hacker italiani si
tiene a Milano. E per l'occasione, si apre, si allarga, cambia
dimensione, si spinge, come ci si aspetta dai pirati, ad estendere i
propri confini oltre agli orizzonti previsti.

Giunto alla dodicesima edizione (ogni anno in una città diversa, da
Palermo a Torino), Hackmeeting si sdoppia e si moltiplica in un Warm up
e in un meeting vero e proprio, per affascinare anche chi, fino a quel
momento, credeva di essere lontano mille miglia, eppure ha scaricato
qualche canzone, dato un'occhiata all'ultimo film, cercato di collegarsi
alla rete wireless del vicino, ma anche ripristinato da solo il sistema
operativo che continuava a collassare.

Durante il Warm up (9-18 giugno) entra nelle università per far
innamorare ricercatori, filosofi e poeti, perché la cultura hacker non
ha saputo limitarsi alla scheda, al chip, al cavo coassiale, ma si è
spinta a pretendere di superare i limiti, quelli imposti dal mercato,
dal controllo, dalla sicurezza, dal tentativo di rendere tutto uniforme,
dalle costrizioni che uccidono l'evoluzione del pensiero.

Torna poi nel meeting vero e proprio (19-21 giugno) alla Fornace
occupata di Rho, per coltivare le proprie radici, le uniche che possano
generare nuovi tentacoli


In pratica

* Warm up: in tutti i poli universitari milanesi (Brera, Fisica, Bovisa,
Bicocca, Scienze politiche, più un evento in Cascina Torchiera), dal 9
al 18 giugno, conferenze aperte a tutti, organizzate con docenti,
esperti, attivisti sui temi cari all'etica e alla cultura hacker: storia
dell'hacking e della net art, open source, paura, sicurezza e controllo,
open design e animazione, peer to peer economy. ecohacking, performance
artistiche.


* Hackmeeting vero e proprio, presso l'Sos Fornace di Rho, via San
Martino 20 (sosfornace.org) dal 19 al 21 giugno: tre giorni di workshop,
lan space, sharing di idee, file e hardware, seminari, incontri,
laboratori, su software libero, codice, libertà della rete, peer to peer.


Per il programma dettagliato vedi sotto, oppure: http://hackmeeting.org


---------Contatto stampa: Teresa Bernini- --giornalisti@anche.no---320
8178535

---------sono disponibili testi, storie, articoli, foto, loghi



WARM UP-dal 9 al 18 giugno 2009


Hack tales
9 giugno- Accademia di belle arti di Brera-aula Napoleonica (aula magna)

Via Brera, 28-Milano-dalle 14 alle 17
Storia dell'hacking e del networking (con collegamenti all'hacktivism e
artivism) come pratica artistica e hacker, con Antonio Caronia, Tatiana
Bazzichelli, Putro.

11 giugno-Politecnico di Milano-piazza Leonardo-Milano dalle 17
Open source, free software: una introduzione (it is not like free beer
but like free speech)



Paura anche no
12 giugno- facoltà di sociologia, Polo universitario Bicocca-edificio
U7, in via Bicocca degli Arcimboldi 8-Milano-dalle 16 alle 19.30

Il babau, il gioco della paura e i meccanismi di sicurezza, con
Massimiliano Guareschi-agenzia X, Marcello Maneri, docente di
sociologia, che parlerà di percezione della sicurezza, politiche della
paura, Marco Capovilla, che mostrerà le carte in gioco: linguaggio dei
media fotografico e non solo, presentazione della campagna paura anche.no.

Al termine aperitivo da paura.



Open design

15-16-17 giugno-Politecnico di Milano-facoltà del design, Polo
universitario Bovisa- - Via Durando 38/A-Milano-dalle 10 in poi, per
tutto il giorno

15-16 giugno-Open Hardware- workshop, riflessioni, testi, esperimenti
tra l'orizzonte dell'opensource e la pratica del design con Massimo
Banzi e la piattaforma Arduino (http://www.arduino.cc/it/).

17 giugno-Open modelling, 3d & Blender, modellazione, rendering,
animazione con la community di kino3D, Gianluca Faletti, Mario
Ambrogetti, Davide Vercelli



Ecohacking

17 giugno-Cascina Torchiera senz'acqua-piazzale cimitero maggiore
18-Milano-dalle 17 fino a tarda notte
Pratiche wired di ecologia: come costruire un pannello solare, riciclo e
riuso, ciclofficine riunite, la pratica degli orti urbani con le diverse
realtà milanesi, la paura della notte e la natura in città.



Dopo la crisi, Open Economy?
18 giugno-facoltà si Scienze Politiche, via Conservatorio 7-Milano-dalle
14 alle 19
Open non vuol più dire solo Open Source Software (anche se rimane una
dimensione importante), ma anche Open Hardware, Open Agriculture, Open
Ecology, Open design e perche no, Open Money. Un incontro presentato da
Adam Ardvisson, docente di sociologia della globalizzazione, con la
partecipazione di Magnus Erikson, Pirat Bureau, Davide Biolghini dei
DES-distretti di economia solidale, Gaetano La Legname, Fausto
Tomaselli di Arcipelago SCEC, la moneta alternativa,
Stefano Zacchiroli del sistema operativo Debian (_http://www.debian.org/_).
Al termne, aperitivo open bio

Hackmeeting-presso Sos Fornace di Rho, via San Martino 20-Rho (Milano)

Tre giorni senza sosta di lan space, file sharing, dibattiti e workshop,
non facilmente riassumibili, perché in costante evoluzione.
Quest'anno, oltre ai tradizionali incontri su linux, e altri programmi
base, verranno dedicati workshop all''nterazione uomo macchina, sesso,
genere e web, sorveglianza e autodifesa, informazione, paura, sicurezza,
controllo, trasformazione e nuove frontiere del lavoro IT, Open business
ed economie etiche, strumenti di archiviazione, streaming,
interpretazioni e modifiche dei kernel. Uno spazio verrà interamente
dedicato a Open movies: video scelti tra i titoli che riguardano i temi
più vicini alla cultura hacker, alcuni seminari saranno rivolti ai teen
ager , e ci sarà ovviamente anche un angolo per i piccolissimi, per
permettere a mamme e papà di non doversi sentire solo giovani.

I seminari si alterneranno con teatrini elettrici, hack challenge,
giochi, proiezioni di immagini e tutto quello che contribuisce alla net art.

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